Cari lettori,
sto
fabbricando a uncinetto la calza che stanotte lascerò per la Befana.
Mentre mi cimentavo nella realizzazione di una piastrella, mi sono
resa conto di conoscere ben poco su questa tradizione che tutte le feste si porta via e ho deciso di fare qualche indagine da
condividere con voi.
La
notte dell'Epifania è magica. Antiche leggende narrano che, in
questa occasione, gli animali acquisiscono il dono delle parola.
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subito una curiosità che, di certo, allieterà tutte le donne che
stanno leggendo questo post: la tradizione abruzzese attribuisce al
giorno dell'Epifania il buon auspicio per le nozze. Si racconta che
le ragazze preparino la Pasqua Pefanij per
attirare il loro futuro sposo nel mondo onirico.
Altre
fonti dicono che la Befana voli di notte in cerca di un bambino
speciale: Gesù. Non avendo voluto far compagnia ai Re Magi il giorno
di Natale, sembra che questa donna vaghi nelle ore che precedono il
battesimo del figlio di Dio per portargli dei doni e, non riuscendo a
trovarlo, gira nelle case di tutti i bambini.
E
la calza? Vi siete mai chiesti perché di notte si lascia la calza?
In un libro che ho letto di recente, c'è scritto che essa si lascia
di notte sul camino o accanto al letto per consentire alla Befana
ristorarsi i piedi dopo un lungo viaggio. Tutto ciò non basta e
trova conferma nel fatto che la calza della notte magica sia
realmente collegata al tema del viaggio e, in effetti, questo legame
trova conferma nel fatto che quasi tutti gli eroi delle fiabe, prima
di partire in cerca di un destino migliore, fossero soliti armarsi di
solide calzature.
Scavando
ancora più a fondo nelle antiche tradizioni, ho scoperto che i
popoli germanici deponevano nelle tombe un bastone da viaggio e delle
calzature.
Tanti
e tanti anni fa, ma davvero tantissimi anni fa, i bambini erano
soliti lasciare anche una scarpa o uno zoccolo al posto della calza
affinché la Befana ricevesse il segnale della loro presenza e si
fermasse per lasciare qualche leccornia.
Altri
bimbi che vivevano dalle parti di Bologna festeggiavano l'Al
de Gavatta o Giorno della
Matassa perché sostituivano la calza ad una matassa di filo che
lavoravano per creare una manella (e se la Befana lasciasse po' di
mortadella nella calza? :p) .
In
Veneto, invece, nella notte dell'Epifania, se qualcuno avesse
lasciato una mano de stopa avrebbe
ricevuto uva in abbondanza durante l'anno nuovo.
In
Campania, la festa dell'Epifania sarebbe comparsa tra la fine di
ottobre e l'inizio di Novembre, periodo nel quale i morti sarebbero
tornati sulla terra e vi sarebbero rimasti fino al sesto giorno di
gennaio. Nella notte tra il cinque e il sei gennaio, secondo
un'antica tradizione, per rendere gaudioso il viaggio di ritorno
degli spiriti dei defunti, si apparecchiava una tavola con vino,
acqua, pesce e una candela. Oggi, gran parte dei napoletani trascorre la notte dell'Epifania a Piazza Mercato dove si allestiscono le bancarelle con caramelle, dolciumi, calze cucite a mano e giocattoli da regalare a grandi e piccini.
Se
di tutto questo nulla vi importa e volete invece sapere in che modo
sto creando la mia calza, cliccate qui http://goo.gl/CnMX4v
Buon
2016 e buone feste fatte!
La
fata uncina.
Il
libro che ho letto è questo: MANCIOCCO CLAUDIA, MANCIOCCO LUIGI, Una
casa senza porte: viaggio intorno alla figura della Befana,
Melusina Editrice, Roma, 1995.
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